Analisi e ricerche

Smart City italiane, sale il divario tra grandi e piccole città

Nell’edizione 2014 dello “Smart City Index” di Between le grandi aree metropolitane conquistano 6 posti nella Top 10, e la città più avanzata è Bologna, seguita da Torino e Milano. Un dominio che nasce dalla accelerazione di alcune tendenze innovative nell’ultimo anno: banda ultra larga, open data, Mobile App

Pubblicato il 11 Giu 2014

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Nonostante il numero di iniziative “Smart” sia in continuo aumento, lo sviluppo delle Smart City in Italia continua ad essere lento e soprattutto disomogeneo, sia dal punto di vista territoriale che negli approcci adottati. La trasformazione richiede una massa critica di risorse, soggetti e mercato, che favorisce le aree metropolitane e penalizza le piccole città, e infatti sono tre delle più grandi città italiane ad affermarsi sul podio dell’edizione 2014 dello “Smart City Index” di Between: la città più avvantaggiata nel percorso per diventare Smart risulta come l’anno scorso Bologna, seguita da Torino e Milano. La forte accelerazione di alcune tendenze innovative nell’ultimo anno (banda ultralarga, open data, Mobile App, ecc.), quindi, ha allargato il divario tra le città grandi e medie, già interessate da questi fenomeni, e le città piccole, generalmente ancora al palo.

Sono queste le principali conclusioni della seconda edizione dell’indagine di Between, una classifica di tutti i 116 comuni capoluogo di provincia italiani, valutati su centinaia di parametri che misurano la diffusione in queste città delle reti a banda larga e dei servizi digitali nei vari comparti (mobilità, scuola, sanità, cultura, pubblica amministrazione, giustizia, ecc.), nonché gli indicatori di sviluppo sostenibile (Mobilità Alternativa, Energie Rinnovabili, Efficienza Energetica e gestione delle Risorse Naturali: aria, acqua, rifiuti). Lo “Smart City Index” – realizzato con il patrocinio di AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) e Andigel (Associazione Nazionale Direttori Generali degli Enti Locali), e con il supporto di Enel, Poste Italiane, Selex ES e Telecom Italia – si focalizza sui servizi già disponibili per i cittadini, e non solo sui progetti o i dati di struttura e qualità della vita, e inoltre deriva i dati principalmente da indagini ad hoc effettuate direttamente dalla stessa Between, completandoli con informazioni ufficiali di fonte istituzionale (Istat, MIUR, ecc.).

Nell’edizione 2014 sono state aggiunte tre nuove aree tematiche (Smart Culture & Travel, Smart Urban Security, Smart Justice) e sei sotto-aree (Wi-Fi, Energie Alternative, Smart Grid, Giustizia Digitale, Sicurezza Urbana e Digital Security). Inoltre gli indicatori monitorati sono quasi triplicati, passando da 153 a 422. Come accennato, il predominio delle grandi città va ben oltre le prime tre posizioni, perché le aree metropolitane si aggiudicano 6 posti nella Top 10. Al contrario, le città medie rinforzano la loro posizione di rincalzo (20 città nelle prime 30 posizioni). Trento è la città media più in alto nel ranking (4° posto) mentre Pisa, Verona, Parma e Brescia sono le altre città medie della top 10. Le città piccole occupano invece gli ultimi posti del ranking, con 5 eccezioni (Lodi, Siena, Cremona, Pavia e Mantova) che invece si piazzano in prima fascia.

Between ha anche confrontato i responsi del proprio Smart City Index con la classifica dell’indice della Qualità della Vita del “Sole 24 Ore”, riscontrando una buona correlazione appunto tra livello tecnologico e qualità di vita. Le eccezioni sono le città del “benessere analogico” che, pur mostrando alti livelli di qualità della vita, risultano più indietro nell’introduzione delle innovazioni (quest’anno, Belluno e Gorizia), e le città del “riscatto Smart” che, pur posizionandosi nelle parti basse della classifica sulla qualità della vita, mostrano livelli di “Smartness” superiori alla media (sono per lo più città del Sud: Bari, Napoli, Catania, Lecce e Palermo).

Infine, dallo Smart City Index di quest’anno risulta evidente anche l’importanza della dimensione regionale. L’applicazione delle politiche di livello regionale infatti, in particolare in alcune aree (Sanità, Scuola, Efficienza Energetica, Energie Rinnovabili) può influire sul livello di innovazione di tutte le città della regione. Nell’area Smart Health per esempio le piattaforme regionali di Sanità Elettronica consentono alle città di Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna di posizionarsi in alto in classifica.

Per il resto, sono da segnalare tra gli elementi principali emersi dall’edizione 2014 le forti accelerazioni di alcuni driver innovativi. Uno è la banda ultra larga fissa e mobile: i capoluoghi coperti da VDSL risultano, infatti, triplicati e quelli in cui è stato avviato l’LTE aumentati di 9 volte. Un altro, relativo al comparto della Sanità, è il forte incremento del pagamento online del ticket, grazie a nuove piattaforme regionali di e-payment. Nell’area eGovernment, poi, i Comuni che pubblicano Open Data sui propri portali risultano più che raddoppiati, il numero di data-set pubblicati è quintuplicato, mentre nel campo della mobilità, sono aumentati del 50% i capoluoghi con travel planner e del 120% i capoluoghi con Mobile App ufficiali del trasporto pubblico. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, cresce del 45% il numero di impianti fotovoltaici e dell’81% il numero di impianti a bioenergie attivi sul territorio nazionale.

Approccio “Digital” e approccio “Green”

Inoltre i ricercatori hanno approfondito la coerenza tra progressi nella componente “digital” (broadband, infrastrutture e servizi digitali) e nella componente “green” (aree tematiche energia, mobilità e risorse naturali). Mettendo in correlazione l’aspetto “digital” con quello “green”, emerge che le diverse città hanno uno sviluppo equilibrato tra le due componenti, seppur con qualche disequilibrio più o meno marcato.

Un gruppo di città presenta valori alti nelle aree “green” e molto più bassi nelle aree “digital”, decisamente sotto la media. Bolzano è il caso più eclatante: la città (27° posto nel ranking totale) risulta prima (e di parecchi punti) nelle aree “green” e 78ma nelle aree “digital”. Situazioni analoghe per Lecce (10° posto nel “green” e 61° nel “digital”), Sondrio (rispettivamente 13° e 53°), Aosta (12° e 72°), Salerno (28° e 107°), Avellino (36° e 115°). Queste città mostrano una vocazione allo sviluppo sostenibile che mette un po’ in ombra i temi delle infrastrutture e dei servizi digitali.

Sull’altro versante troviamo invece le città con punteggi molto più elevati nel “digital”: Monza (11° nel “digital” e 68° nel “green”), Vicenza (15° e 73°), Mantova (23° e 81°), Como (25° e 80°) e Lecco (42° e 100°).

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