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Lotta al Digital divide, Google stupisce: internet per tutti grazie ai palloni aerostatici

Al via in Nuova Zelanda la sperimentazione di Project Loon, pensato per portare la connessione in zone remote e disagiate tramite un ‘anello’ di palloni nella stratosfera

Pubblicato il 18 Giu 2013

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Uno dei palloni di Loon in fase ascensionale

Fornire la connessione a Internet mediante un anello di palloni aerostatici che circondano la Terra muovendosi nella stratosfera, a un’altezza di 20.000 metri: il doppio della quota di crociera delle rotte aeree. Google lo ha chiamato Project Loon (che è la contrazione di Lunatic, cioè matto), e lo definisce un ‘moonshot’, cioè una tecnologia così radicalmente innovativa da sfiorare la fantascienza.

L’idea parte da un problema molto semplice: anche se siamo nella cosiddetta era di internet, due terzi della popolazione mondiale non ha tuttora accesso a una connessione veloce, e in gran parte dell’emisfero meridionale terrestre collegarsi a internet costa l’equivalente di uno stipendio mensile. Senza andare tanto lontano, a fine 2012 per il Ministero dello Sviluppo Economico quasi il 5% della popolazione italiana non poteva disporre di connessioni internet a banda larga, né via cavo nè wireless.

A volte gli ostacoli sono naturali (montagne, mari e oceani), ma molto spesso il problema è squisitamente economico: le connessioni potenzialmente esprimibili dalla popolazione e dalle attività economiche di molte regioni non giustificano l’investimento di portare internet in quelle regioni con le tecnologie di oggi.

Un solo pallone basta a coprire un diametro di 40 km

Sono molte le sperimentazioni in corso per trovare alternative a costo più basso per le zone più povere, per quelle rurali e remote, o anche semplicemente per ripristinare in tempi brevi il funzionamento di internet nelle zone colpite da disastri. Ma quella resa nota da Google qualche giorno fa è davvero inedita. Le basi scientifiche però, spiega un post del gigante californiano, sono solide. Un pallone aerostatico di 12 metri per 15, a una quota di 20.000 metri, equipaggiato con pannelli solari per autoalimentarsi e con una scatola che pende, proprio come il cesto di una mongolfiera, contenendo il complesso di sistemi di controllo e antenne per comunicare con ricevitori e trasmettitori internet a terra e con gli altri palloni, è in grado di assicurare la connessione a internet con una velocità simile a 3G a una zona sottostante di 40 km di diametro.

“Molti progetti hanno preso in esame la possibilità di usare piattaforme ad alta quota per fornire accesso a internet in aree fisse del terreno, ma cercare di rimanere fermi in un posto richiede un sistema molto costoso e complesso”, spiega il post di Google. Per questa ragione, l’idea è di lasciare i singoli palloni liberi di fluttuare nei venti, controllandone i movimenti ascendenti e discendenti tramite le correnti e l’energia solare. Per quanto riguarda il controllo dell’intera flotta di palloni che navigano intorno al mondo, in modo che ciascuno si trovi nella zona in cui Google vuole che si trovi al momento giusto, “stiamo risolvendo questo problema con alcuni algoritmi complessi e molta potenza di calcolo”.

Proprio questa settimana è partito un progetto pilota in Nuova Zelanda, nella regione di Canterbury: Google ha lanciato 30 palloni e coinvolto 50 volontari (chi abita in quella zona può aderire direttamente tramite il sito dedicato www.google.com/loon) Da questo test, scrive Google, “impareremo molto per migliorare la nostra tecnologia e il design dei nostri palloni, e in futuro vorremmo creare altri progetti pilota in Paesi alla stessa latitudine della Nuova Zelanda, e trovare dei partner per la fase successiva del nostro progetto: immaginiamo che un giorno potrete usare il vostro telefono cellulare con il vostro gestore per collegarvi ai palloni e avere la connessione nelle aree in cui oggi non c’è proprio”.

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