Mobile Innovation

Wearable, Internet of Things e Big Data: un primo sguardo VDM Labs verso l’innovazione

La società si propone come advisor operativo verso l’innovazione strategica e come partner in grado di portare un vantaggio competitivo fatto di conoscenza e di capacità progettuale. Gli esempi nei campi Digital Health, Connected Car e geolocation per il Retail

Pubblicato il 10 Feb 2016

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Giulio Caperdoni, COO & Head of Innovation Vidiemme

Con la scelta di aprire la sede USA a San Francisco si rafforza il ruolo di advisor operativo e di “evangelist” dell’innovazione che caratterizza da sempre la storia di Vidiemme. La conoscenza sta alla base di tutti i processi di innovazione e VDM Labs permette una lettura originale e nuova dei fenomeni che caratterizzano i mercati nel prossimo futuro. E uno dei mercati più sensibili all’innovazione è certamente quello della digital health che, come sottolinea Giulio Caperdoni, CEO di VDM Labs e già COO & Head of innovation di Vidiemme, “ci porterà verso una medicina che farà sempre più riferimento alla conoscenza digitale” con una evoluzione che accanto ai farmaci di sintesi, prevede l’utilizzo anche di nuovi farmaci “digitali”.

Ad esempio c’è una società USA (la Proteus Digital Health) che ha brevettato una pillola contenente una serie di elementi chimici che, a contatto con i succhi gastrici, mandano un segnale elettrico che viene registrato da un cerotto posizionato sull’addome del paziente. Questo rilevatore interpreta il segnale e consente di confermare che il paziente ha effettivamente ingerito la medicina a un determinato orario e dunque segue correttamente la terapia. Questo caso rappresenta un mix tra terapia tradizionale e strumenti digitali. Ma ci sono realtà che hanno sviluppato terapie interamente digitali. E’ il caso ad esempio della società tedesca Sonormed che ha affrontato il problema dell’acufene con una app (Tinnitracks), che è stata approvata e supportata anche dal sistema sanitario tedesco e che cura questa patologia intervenendo con tracce musicali sulla frequenza del proprio acufene.

Luca Valsecchi, CEO Vidiemme

Questi esempi servono anche per testimoniare che “in questa zona degli USA non c’è solo l’intelligenza e la creatività americana, – osserva Caperdoni – ma è un polo di attrazione per tutti coloro che in tutto il mondo fanno e cercano innovazione”. In particolare poi in questo periodo c’è grande fermento in ambito software, come nell’ambito delle connected car. “Ad esempio è in Silicon Valley che siamo entrati in contatto con una società di Reggio Emilia, la DQuid, una realtà che lavora per dotare di identità digitale oggetti che non sono stati nativamente progettati con queste caratteristiche. Lo strato di hardware e software sviluppato da DQuid sembra essere molto utile per quelle aziende del settore automobilistico che stanno realizzando progetti di connected car e che con questa soluzione possono aggiornare molti componenti all’IoT senza doverli necessariamente riprogettare“.

Tornando poi al mondo della sanità, Caperdoni sottolinea che si deve prevedere un’ evoluzione continua della medicina digitale verso soluzioni di monitoraggio continuo e preciso dei parametri fondamentali per il nostro stato di salute. “Di base – aggiunge – sarà come se si potesse avere un Holter (che è un po’ il precursore dei wearable) sempre con noi. Con questi nuovi tools aumenta la quantità e la qualità dei dati disponibili. Le diagnosi e le terapie saranno più precise rispetto a quelle attuali. Se oggi i dati delle nostre diagnosi sono basati su esami del sangue, Tac, risonanza etc, che forniscono delle istantanee della nostra situazione in un preciso momento, collegate alle istantanee “sfuocate”, ovvero ai racconti delle sintomatologie personali del paziente; in futuro con la digital health si disporrà di un monitoraggio totale, con una raccolta continua di dati archiviati sul cloud che potranno essere verificati dal medico che potrà monitorare lo stato di salute, l’efficacia di una terapia o il rispetto di determinati parametri.

Il quartiere di San Francisco dove ha sede VDM Labs

In questo scenario cambia anche il rapporto medico-paziente. Sarà il medico (o una figura intermedia), a convocarci per fare il punto della situazione o per segnalarci la necessità di modificare la terapia o ancora per controllare anche dal punto di vista personale la sintomatologia. Si apre uno scenario di maggiore conoscenza e di maggiore affidabilità rispetto ai dati che attengono alla nostra salute e si apre un capitolo importantissimo che riguarda i temi della privacy e dell’etica relativa alla conoscenza e alla condivisione dei dati personali. Tutto questo apre inevitabilmente nuove straordinarie opportunità di sviluppo e di business.

Big Data personali nella sanità

Measurence e VDM Labs: l'IoT al polso

In concreto questa strada porterà nel lungo periodo alla realizzazione di Big Data personali che avranno un valore anche “collettivo”, ovvero di sviluppo di una conoscenza basata sull’analisi di dati collettivi legati a una specifica patologia. La disponibilità di dati che arrivano da un monitoraggio continuo di migliaia di persone consente di disporre di una valutazione statistica unica rispetto ad esempio alle reazioni a una determinata sostanza o a determinati parametri ambientali che a oggi, con una conoscenza basata su sole “istantanee”, non è oggettivamente possibile.

Come risulta evidente in questo scenario cambia anche il rapporto tra paziente e casa farmaceutica che in questo momento è fortemente intermediata dal medico, anche al di là dei limiti fissati dalle normative. “Laddove le industrie farmaceutiche possono disporre di informazioni altamente dettagliate – aggiunge Caperdoni – possono anche sviluppare terapie altamente personalizzate. Se si possono mettere in relazione i dati personali con i dati della ricerca farmaceutica si possono aprire anche nuovi scenari che permettono di dare ai pazienti risposte che sono su misura, assolutamente specifiche per quel paziente. Ad esempio se oggi un gruppo di persone che soffre della stessa patologia viene curato sulla base di procedure standard, con poche variabili legate quasi esclusivamente alla quantità di farmaco da assumere, in questo nuovo scenario, ciascun soggetto avrà un proprio specifico farmaco, con una estrema personalizzazione della terapia”.

Precisione e qualità

Ma digitale significa anche precisione, ovvero conoscenza basata su dati che forniscono informazioni sempre più rilevanti, più preziose e che portano a conoscere, ad esempio, il comportamento dei clienti in modo sempre più preciso e affidabile. Un tema che riguarda la qualità dei dati oltre che la quantità. Una qualità che nasce anche dal fatto che si tratta di dati che vengono forniti in modo inconsapevole, ovvero che non sono influenzati dalla volontà o dalle circostanze.

“Un esempio in questo senso – spiega Luca Valsecchi, CEO di Vidiemme – è rappresentato dalla società Measurence che ha sviluppato una soluzione destinata in particolare al mondo Retail, che rileva la posizione delle persone recuperando ad esempio i dati legati ai tentativi di accesso dei loro dispositivi smart alle reti WiFi.

Sulla base dell’analisi di questi dati, che sono ovviamente forniti in modo inconsapevole e non sono associati nominalmente alla persona, la soluzione analizza i flussi legati alle presenze fisiche in un certo ambiente, con una visione analitica delle presenze, dei luoghi più affollati o di maggior passaggio o dei punti che esprimono delle criticità. Si tratta di applicazioni che permettono al mondo Retail di avere una valutazione degli spazi in ottica commerciale e nell’ambito della smart mobility a livello di gestione della security legata alla presenza delle persone in determinati ambienti. Con Measurence Vidiemme ha realizzato uno speciale progetto in occasione della Maker Faire di Roma con una app disponibile per Apple Watch che ha permesso di monitorare i flussi delle visite all’evento in real time.

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