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Wind-Tre Italia, finalmente l’Antitrust europeo approva: il parere della UE, dei due operatori e dei sindacati

«Possiamo dare il via libera perché Hutchison e VimpelCom hanno proposto misure correttive considerevoli, che consentono a un nuovo operatore di rete mobile, Iliad, di accedere al mercato italiano, che così rimarrà competitivo», ha dichiarato la commissaria UE alla concorrenza Vestager. Uilcom e Fistel: un vantaggio per il Paese in termini di investimenti sulle reti e per la capacità industriale dei due operatori

Pubblicato il 02 Set 2016

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FInalmente, dopo esattamente un anno dal primo annuncio e un lunghissimo confronto con l’Antitrust dell’Unione Europea, la fusione tra Wind e H3G (Tre Italia) ha ottenuto l’approvazione e il via libera da parte appunto dell’autorità per la tutela della concorrenza della UE, presieduta da Margrethe Vestager.

Il sito CorCom ha dedicato un lungo approfondimento alla notizia, riportando ampi stralci del comunicato dell’Unione Europea, le dichiarazioni delle capogruppo estere delle due aziende, Hutchison per Tre Italia e VimpelCom per Wind, e anche i pareri (positivi) raccolti da CorCom presso i sindacati italiani.

Il verdetto era atteso entro l’8 settembre ma è stato anticipato di una settimana perché la condizione principale imposta dalla UE – la tutela del livello di concorrenza sul mercato italiano garantita dalla presenza di quattro operatori – è stata realizzata dalle due aziende con la cessione degli asset “ridondanti” (torri e frequenze) a Iliad, operatore francese guidato da Xavier Niel che – forte di queste nuove risorse – si prepara appunto allo sbarco in Italia come quarto operatore, con l’obiettivo di raggiungere una quota del 10% del mercato.

«Possiamo approvare l’accordo perché Hutchison e VimpelCom hanno proposto misure correttive considerevoli, che consentono a un nuovo operatore di rete mobile, Iliad, di accedere al mercato italiano – ha dichiarato la commissaria UE alla concorrenza Margrethe Vestager -. Ora in Italia il settore rimarrà competitivo, e i consumatori potranno continuare a godere di servizi mobili innovativi a prezzi equi e su reti di qualità: questo caso dimostra che in Europa le società di telecomunicazioni possono crescere non solo consolidandosi all’interno dello stesso paese, fatta salva la concorrenza effettiva, ma anche espandendosi oltrefrontiera, come Iliad in questo caso».

La nuova società derivante dalla fusione, alla cui guida è designato l’attuale AD di Wind Maximo Ibarra, si configuerà come il primo operatore mobile italiano con oltre 31 milioni di clienti nel mobile e 2,8 milioni nel fisso (di cui 2,5 milioni broadband).

Il nuovo operatore beneficerà di significative economie di scala e di sinergie che permetteranno di sbloccare investimenti per 7 miliardi di euro in infrastrutture digitali in Italia. L’integrazione realizzerà importanti efficienze per un valore attuale di oltre 5 miliardi di euro, al netto dei costi di integrazione. I ricavi complessivi delle due società nel 2015 ammontavano a 6,25 miliardi di euro.

In dettaglio le misure correttive che hanno convinto l’Europa a dare disco verde al matrimonio sono: la cessione a Iliad di alcuni blocchi dello spettro radio mobile della joint venture proveniente da diverse bande di frequenza (900 MHz, 1800 MHz, 2100 MHz e 2600 MHz); il trasferimento/co-locazione (ossia condivisione) di varie migliaia di siti per l’installazione di stazioni base mobili dalla joint venture al nuovo operatore; l’accordo transitorio (per l’accesso a 2G, 3G e 4G, e a nuove tecnologie) che permette al nuovo operatore di usare la rete della joint venture per offrire servizi mobili a livello nazionale fino a quando non costituirà la propria rete.

«Il merger creerà un operatore mobile leader in Italia, finanziariamente solido, che beneficerà delle importanti sinergie derivanti dalla fusione tra il terzo e il quarto operatore. La joint venture potrà contare anche su un livello di debito più sano e sarà in grado di ottenere una significativa riduzione della leva finanziaria nel medio termine. Una volta completata l’operazione, la nuova realtà non solo sarà positiva per i clienti e per l’economia italiana, ma porterà valore anche ai nostri azionisti nel lungo termine», è il commento di Jean-Yves Charlier, CEO di VimpelCom. Da parte sua Canning Fok, CK Hutchison Group Co-Managing Director, sottolinea che la joint venture «sbloccherà investimenti significativi nell’infrastruttura digitale italiana e darà vita ad un’azienda con dimensioni e forza per fornire servizi di telecomunicazioni innovativi e di qualità, con maggiore affidabilità, velocità e copertura di rete. La joint venture garantirà al mercato italiano delle telecomunicazioni, quarto per dimensioni in Europa, una posizione di leadership nell’economia digitale globale».

Il completamento dell’operazione, soggetto all’approvazione degli organi regolamentari nazionali, dovrebbe realizzarsi entro l’anno.

Soddisfazione, come accennato, viene espressa dai sindacati interpellati da CorCom. «Il via libera all’operazione – dice Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom – darà sicuramente al Paese un vantaggio in termini di investimenti sulle reti con impatti positivi sull’intera economia. La dimensione industriale dei due Gruppi che hanno condotto dopo anni di trattative e tentativi sarà determinante per lo sviluppo ed i futuri investimenti sulla velocizzazione della banda larga ed ultra larga mobile, anche in una ottica di dinamicità del Sistema Paese nel settore Tlc Italiano».

L’operazione, dopo il via libera dell’Europa, sarà comunque lunga e complessa: «Già dai prossimi giorni saremo impegnati nei primi adempimenti normativi e di procedura – conclude Ugliarolo -. Auspichiamo altresì che gli investimenti, le sinergie portino, nel breve periodo non solo a uno sviluppo sulla tecnologia e sull’infrastruttura digitale, ma anche a un consolidamento importante sugli assetti occupazionali del nuovo operatore mobile e dell’intero settore delle TLC nazionale».

Per Vito Vitale, segretario generale di Fistel, il via libera all’operazione è un fatto positivo «perché rafforza la capacità industriale di due grandi gestori che operano in Italia».

«E’ importante – dice Vitale – continuare a investire sull’innovazione delle Reti e dei Servizi, auspicando, che l’ingresso vincolante da parte della UE sul mercato italiano di un quarto operatore mantenga in piedi una sana competitività, sia nell’interesse dell’economia del settore e sia per gli utenti, che aspirano ad avere un servizio di qualità».

Il rafforzamento economico e industriale di Wind ed H3g, scaturito dalla fusione, deve poter guardare con fiducia anche all’evoluzione del mercato europeo delle Telecomunicazioni dove alleanze e aggregazioni diventano sempre di più strategiche nell’offerta di servizi all’utenza, prosegue il sindacalista. «Per la Fistel è importante capire gli scenari industriali e di mercato che si determineranno dalla fusione e come si intende gestire le efficienze senza che queste impattino negativamente sul grande patrimonio occupazionale e professionale delle due aziende».

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