ICT per il Fashion

Patrizia Pepe: l’arte di estendere il digitale dal back-end al negozio

Il CIO del gruppo Tessilform, che possiede il marchio toscano del fashion, spiega i progetti d’uso dei tag RFID, cominciato in ambito supply chain e poi ampliato agli store, per l’assistenza alla vendita e la customer experience. «Discorso analogo per le videocamere: abbiamo iniziato dalla logistica, ma ora le usiamo anche per l’analisi dei comportamenti dei clienti nei punti vendita»

Pubblicato il 21 Gen 2015

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Patrizia Pepe – il marchio fiorentino di Tessilform noto in tutto il mondo nell’ambito del fashion per la produzione di scarpe, cappelli, foulard, guanti, borse, cinture e gioielli – utilizza l’RFID per supportare la logistica e le tecnologie touch screen per una shopping experience multicanale.

Per un’azienda che produce e movimenta 2,5 milioni di capi a stagione era fondamentale riuscire a garantire la massima fluidità dei processi produttivi e distributivi. A questa esigenza ha risposto la tecnologia RFID, prima sulla parte di back end, per supportare tutte le attività logistiche incluse quelle che riguardano gli showroom, e poi sul front end per migliorare la gestione – sia nei normali store che nei “flagship” di Firenze, Roma, Mosca, Milano, Città del Messico e Dubai -, regalando ai clienti una nuova shopping experience di contenuti e suggestioni, anche grazie all’integrazione di tecnologie touch screen verso un “wow effect”, una digital experience e un’informazione interattiva. La multicanalità diventa così una nuova chiave di servizio.

«I processi del gruppo – spiega Lorenzo Tazzi, CIO di Gruppo Tessilform – ruotano attorno a una movimentazione serrata della merce, finalizzata a un’ottimizzazione della disponibilità di ogni singolo capo prodotto. Lavorando insieme al nostro partner Solos, abbiamo ingegnerizzato la filiera in modo tale da garantire la massima fluidità dei processi produttivi e distributivi».

L’RFID è stato introdotto all’inizio del 2009, dapprima a supporto delle attività di magazzino, per ottimizzare tutti i processi di spedizione e di gestione degli ordini, grazie all’utilizzo di un sistema misto di tunnel e varchi, che snelliscono le tempistiche: l’obiettivo in pratica era di consolidare un flusso informativo senza errori per tutti gli operatori della catena logistica.

In una seconda fase, un altro tassello fondamentale è stata l’introduzione dell’RFID anche negli showroom. «In uno scenario in cui tutti i nostri prodotti erano già dotati di tag RFID appunto per le attività logistiche, abbiamo capito che potevamo beneficiare di questo anche nel punto vendita, in due aree: l’aiuto e assistenza al commesso, e i servizi al cliente in termini di miglioramento della customer experience e aumento del cross selling», ha spiegato Tazzi alla presentazione dell’Osservatorio Innovazione digitale nel Retail al Politecnico di Milano.

Il “tavolo digitale” nel negozio, per studiare abbinamenti e ordinare

In particolare una soluzione a supporto di questo approccio è iBox ShowRoom, un tavolo multimediale, realizzato con il partner RedTree, il cui piano di appoggio interattivo permette di consultare video notizie e dettagli riguardo materiali, colori, taglie e combinazioni. L’ordine diventa così “parlante”, supportando in ogni momento i clienti nel memorizzare i prodotti selezionati nel carrello virtuale, che si “portano dietro” su un tablet (iPad) di cui sono dotati mentre percorrono l’itinerario all’interno dello showroom.

«Abbiamo iniziato a testare iBox Show Room per la collezione Flash Donna Primavera /Estate 2012 sullo showroom di Firenze – racconta Tazzi -. Il tavolo digitale, dotato di un piano in cui è incastonato un grande monitor LCD, legge i tag RFID dei capi della nuova collezione, permettendo di accelerare i processi di scelta dei vari prodotti. È possibile vederli, ruotarli, accedere al video della sfilata, ma anche consultare abbinamenti e proposte, elaborando in tempo reale l’ordine grazie all’integrazione con il gestionale, e facilitando il cross-selling». In questo modo l’attività dello showroom rappresenta un tassello di una supply chain “Fashion Tech” che integra la Business intelligence per capire criteri di scelta e quantitativi da produrre e movimentare, e l’IT diviene un vero e proprio supporto decisionale strategico.

Il “totem multimediale” è un magic mirror interattivo

Il Fashion Tech rappresenta quindi di fatto un approccio strategico, che ha successivamente portato Patrizia Pepe a estendere l’utilizzo dell’RFID anche ai processi di identificazione e anticontraffazione da un lato, e puntare sugli aspetti legati alla multimedialità interattiva dall’altro. Estensione che ha portato a realizzare una nuova generazione di soluzioni per la gestione ottimale del retail. La prima è iBox TotemRetail, sempre realizzato con il supporto di RedTree, che è un totem multimediale a parete dotato di doppio schermo: sottile e touch, permette a commessi e clienti di consultare un ricchissimo catalogo digitale per conoscere informazioni su prezzi, accessori, disponibilità dei prodotti per colore, taglia e modello e molto altro ancora. In pratica si tratta di un magic mirror interattivo.

I capi in negozio hanno tutti un tag che consente un’identificazione univoca di ogni singolo prodotto, sottolinea Tazzi, e grazie a dei lettori RFID incorporati all’interno di iBox TotemRetail, i clienti che prendono un capo possono trovare accessori e varianti. «Qui si evidenzia bene la sinergia tra online e offline: stiamo iniziando a mostrare sui totem le giacenze online, per invogliare il cliente all’acquisto online mentre si trova nel negozio».

Tessilform, conclude Tazzi, vede l’innovazione digitale nel retail come evoluzione continua degli strumenti, e costante ricerca di nuovi utilizzi per tecnologie che si hanno già. «Un altro esempio sono le videocamere. Abbiamo iniziato a usarle in ambito logistico, poi l’abbiamo estese anche ai negozi per applicazioni di videosorveglianza, e quindi nel 2013 abbiamo deciso di usarle anche per l’analisi dei comportamenti dei clienti: controllo accessi, percorsi nei punti vendita, resa di allestimenti e spazi, profilazione clienti, engagement, sempre ovviamente rispettando le leggi per la privacy».

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