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Vidiemme: una finestra aperta sull’innovazione negli USA

Con l’apertura dei VDM Labs a San Francisco si consolida il ruolo di impresa orientata all’innovazione, alla ricerca applicata e alla consulenza strategica sempre con chiara focalizzazione sullo sviluppo, sul Mobile e sulla determinazione nel fornire ai clienti un chiaro vantaggio competitivo. A colloquio con Luca Valsecchi, CEO della società e con Giulio Caperdoni, COO & Head of Innovation

Pubblicato il 18 Gen 2016

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Luca Valsecchi, CEO Vidiemme

Un’impresa che vuole vivere l’innovazione digitale e contribuire alla sua evoluzione deve stare (anche) a San Francisco. In particolare poi se la società è una realtà come Vidiemme che, nata nel 2004 a Milano, si occupa di tecnologia digitale e dà vita e progetti in ambito web, mobile, wearable e connected device, e che ha costruito la sua storia interamente con progetti e soluzioni innovative che hanno caratterizzato il suo rapporto speciale con i clienti.

«E’ per questo – spiega Luca Valsecchi, CEO della società -, che abbiamo deciso di aprire una sede negli USA e per la precisione proprio a San Francisco. Siamo convinti dell’importanza per le imprese italiane che fanno innovazione e che vivono di innovazione, di alzare lo sguardo e di guardare avanti». Si tratta di una scelta che nasce anche dalla volontà di trovare nuove fonti per fornire valore aggiunto ai clienti: «Siamo stati i primi a fare delle Mobile App quando è uscito l’iPhone, siamo stati tra i primi a fare applicazioni aziendali per il mondo tablet; siamo mossi prima di tutto dalla voglia di innovare e per questo siamo stati tra i primi a interpretare il Mobile come fenomeno tecnologico e non solo di costume».

Al timone di questo punto di osservazione dell’innovazione sulla West Coast c’è Giulio Caperdoni, già COO & Head of Innovation di Vidiemme, che spiega come «l’attenzione all’innovazione è un tratto distintivo della società, e per il nostro mercato l’innovazione non è più solo ed esclusivamente nella tecnologia, ma è nell’ interpretazione dell’ innovazione tecnologica in chiave di business, nel leggere l’innovazione in funzione delle esigenze dei clienti e nella consapevolezza che anche con tecnologie consolidate si possono realizzare progetti e attività innovative».

«Con Giulio e con la sede statunitense – aggiunge Valsecchi – abbiamo cercato di alzare il livello di conoscenza verso idee e soluzioni normalmente non accessibili dall’Italia».

Giulio Caperdoni, COO & Head of Innovation Vidiemme

«Essere negli Stati Uniti, e meglio ancora, essere nell’area di riferimento della Baia di San Francisco, vuol dire percepire direttamente e senza intermediazioni i fenomeni e le innovazioni. Se sei lì – osserva Caperdoni – sei dove nasce l‘innovazione e puoi farne parte». In più si deve osservare che alla cultura dell’innovazione che fa parte di questa realtà c’è anche una cultura che spinge sempre a provarci e a non avere paura dell’insuccesso. Una cultura dove non esiste il rischio, per chi non raggiunge gli obiettivi con un progetto, di essere considerato un fallito a vita. E anche i Venture Capital lavorano in questo modo, sanno benissimo che ogni 100 investimenti ce ne sono 90 che falliscono, 9 che si ripagano e uno che coprirà ampiamente gli investimenti iniziali su tutti gli altri. Anche per questo gli investitori sanno accettare i fallimenti e si concentrano prima di tutto sulla qualità delle idee e sulla capacità di realizzazione.

In questa area c’è di fatto una cornice finanziaria sensibile alle buone idee e con la consapevolezza che un’ impresa di successo può anche arrivare dalla conoscenza che si acquisisce grazie a un fallimento.

Un altro aspetto importante è quello della fortissima propensione alla condivisione. «E’ molto più importante – aggiunge Caperdoni – condividere le scoperte, correndo eventualmente il rischio di dare ad altri un vantaggio, piuttosto che tenere tutto per sé. Sono tutti convinti che la condivisione porta molti più vantaggi che rischi».

Networking e condivisione

I canali per avvicinarsi al nuovo sono tanti e passano fondamentalmente per il networking. Ci sono incontri in forme diverse tutte le sere che permettono di avviare relazioni e offrono stimoli e conoscenza.

«In questo contesto è particolarmente importante il ruolo degli avvocati ed è stata un po’ una scoperta. Molti eventi – osserva Caperdoni – si svolgono proprio presso studi legali che vivono in questo ambiente e che favoriscono la condivisione, con l’organizzazione di incontri tra imprenditori e venture capital». Di fatto gli studi legali sono abilitatori e consulenti e contribuiscono alla condivisione della conoscenza e alla creazione di contatti.

Caperdoni spiega poi l’importanza dei co-working space e degli incubatori dove si entra in contatto con chi sta sviluppando e realizzando le proprie idee di business. “«Sono ambienti – spiega – che hanno costruito nel tempo un ecosistema di competenze, di sensibilità e di culture diverse che sono abituate a lavorare assieme e, appunto, a condividere».

Nella lettura dell’innovazione occorre poi considerare che ci sono due fronti temporali diversi che attengono a due obiettivi di business distinti. «Il primo punta a ottenere risultati in tempi medio-brevi e con una logica di sostanziale continuità con le attività correnti. In questo caso si lavora in ambiti ben definiti dal punto di vista tecnologico e consolidati in termini di modello di business. Il lavoro si focalizza di fatto sulla ricerca delle soluzioni migliori per crescere in funzione del proprio mercato e dei propri clienti. In termini operativi si identifica una idea di prodotto o di servizio, si stabilisce una relazione con le persone di riferimento e si attivano forme di collaborazione in Italia o in Europa».

Il quartiere di San Francisco dove ha sede VDM Labs

«Poi c’è la prospettiva di lungo termine – prosegue Caperdoni – che riguarda l’innovazione strategica, quella che può cambiare le regole del gioco. E’ una innovazione che va cercata con meticolosità, con incontri e analisi, perché è una conoscenza che nasce dalla condivisione delle idee e di tanti progetti diversi. Il mio obiettivo è quello di costruire una visione del futuro basata sulla conoscenza delle idee che stanno nascendo e che probabilmente si realizzeranno”. Quindi in questo caso non si parla di un prodotto, di una soluzione o di un progetto, ma della comprensione dei fenomeni e dell’ intuizione dei trend che caratterizzeranno l’innovazione dei prossimi anni. Anche per questo stiamo parlando di una attività che avrà ricadute nel lungo periodo su progetti da condividere con le aziende più attente all’innovazione».

Questa visione del futuro è anche una interpretazione della realtà che vivremo nei prossimi anni ed è una componente estremamente importante che permette di disegnare un nuovo ruolo per Vidiemme. «La capacità di leggere il mercato in chiave futura – osserva Valsecchi – è un valore per noi, ma è soprattutto un valore per i nostri clienti. Non serve per vendere un prodotto, ma per condividere un cammino nel quale si creeranno nuovi progetti. E’ un valore strategico fondamentale basato sulla condivisione della conoscenza con i clienti che rende Vidiemme un partner che sa proporre una propria visione del futuro e sa mediare e interpretare il nuovo».

Questa componente definisce in modo ancora più chiaro per Vidiemme un ruolo di advisor sia nella individuazione delle soluzioni tecnologiche sia nella capacità di trasformarle in valore aggiunto. «Siamo consulenti – precisa Valsecchi – con la capacità implementativa».

Opportunità di sviluppo negli Usa

Gli Stati Uniti non sono solo una fonte di stimoli e di innovazione, ma anche un importante mercato. «Come Vidiemme siamo partiti in questo progetto “americano” con l’obiettivo di fare scouting e grazie anche a questa attività di conoscenza abbiamo scoperto nuove occasioni di business. Abbia riscontrato con piacere che una realtà come la nostra, costituta da una sessantina di persone con grandi competenze e professionalità, viene vista come fornitore con un alto livello di livello di capacità progettuale. Abbiamo avuto modo di verificare che è molto apprezzata la qualità e le competenze dell’offerta italiana anche per la creatività e la capacità di risolvere i problemi. Questo ci ha permesso di portare il Made in Italy anche nel software con attività di sviluppo in ambito mobile per clienti americani».

La strategia di crescita e sviluppo verso l’innovazione potrà poi contare su un’ ulteriore importante componente in termini di sviluppo della conoscenza: «Nel 2016 – conclude Valsecchi – apriremo infatti all’interno di Vidiemme un laboratorio di Ricerca e Sviluppo applicata che permetterà tra le altre cose lo sviluppo di prototipi da proporre ai clienti in modo che possano già avere un’idea concreta (ad esempio accanto alle attività di advisory e di progettazione), di come saranno concretamente i progetti che vengono proposti». Un servizio in più per il cliente che può valutare la concretezza dei progetti per velocizzare i tempi di valutazione e di decisione.

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